AMBIENTE

Ambiente

 

I territori pianeggianti del Campidano, un tempo facenti parte del granaio dell’impero romano, sono terre agricole coltivate e pascolate da sempre. Il paesaggio naturale ha quindi subito profonde trasformazioni in seguito alla pratica del pascolo e alle attività agricole, relegando la vegetazione spontanea in superfici di limitata estensione o lungo i confini delle proprietà.

La mano dell’uomo è evidente nell’architettura del paesaggio come, ad esempio, l’innaturale parallelismo dei solchi nei campi arati, i filari ordinati degli olivi e degli alberi da frutto. Nelle zone in cui il terreno è pascolato, è altrettanto evidente la profonda trasformazione dell’ambiente: le piante ruderali sostituiscono la vegetazione spontanea e gli effetti dell’erosione sono accelerati dalla mancanza di un tessuto naturale di radici che consolidi il terreno.

La copertura vegetale è stata così modificata e il ricordo dei boschi che un tempo ricoprivano la pianura ci viene ricordata da alberi isolati che sporadicamente si possono incontrare tra i coltivi o nei pascoli. Questi lembi di vegetazione secondaria è capace di conservare specie vegetali di pregio e rappresentano nicchie ecologiche dove gli animali selvatici possono trovare riparo. Sporadicamente i suoli alluvionali sono interrotti da superficie rocciose di origine vulcanica conferendo al paesaggio scorci ad elevata naturalità ricchi di biodiversità vegetale.

Ultimo aggiornamento

26 Maggio 2021, 17:25